Parrocchia di San Siro

Aspetti vari

            
 
 
    L’originale cattedra lignea dell’Apostolo Pietro si ritiene, per tradizione, essere il seggo ove sin dal principio avesse seduto proprio il Principe degli Apostoli, da cui avrebbe predicato ai primi Cristiani a Roma.
    Essa è custodita nell’Arcibasilica Patriarcale Maggiore di San Pietro, nel monumentale reliquiario, opera del Bernini, nell’abside della basilica.
    Proprio in riferimento alla "cattedra di Pietro" deriva il modo di indentificare la persona e l'autorità del Papa con il nome Santa "Sede", appunto, la Sede di Pietro, al Sede Apostolica, la Sede in cui egli a versato il suo sangue per Cristo, la Sede ove risiede la sua tomba.
  La Santa Sede, nel corso dei secoli, è venuta a identificare anche l'insieme degli organi, dei dicasteri e degli istituti che cooperano, per delga, con il 
         cattedra lignea di Pietro       Papa (mai senza di lui) e lo assistono nel suo ministero petrino.
      
    
    Nel 1658 il seggio di Pietro venne inserito per volontà del Papa Alessandro VII  in una scultura lignea (prezioso reliquiario) a forma di cattedra realizzata dal genio del Bernini. 
    Essa è idealmente sorretta da ciascuno dei quattro piedi, da altrettanti  Santi: 2 dottori della Chiesa della Chiesa Latina (S. Agostino e  S. Ambrogio, con la mitria sul capo) e due Dottori della Chiesa Orientale (s. Atanasio e S. Giovanni Crisostomo).
    Questa scelta non è stata casuale, ma altamente significativa.
    Essa vuol significare che il primato di San Pietro, e quindi del Papa, è stato trattato e accettato dai primi e maggiori Teologi del Cristianesimo che ne hanno definito i caratteri e la giustificazione nelle proprie opere.
   
     Il fatto che due Santi siano della Chiesa latina e due di quella Orientale, inoltre, significa che il Primato del Vescovo di Roma è sia riconosciuto sia affermato da entrambe le Chiese, se non altro in ordine al primato teologico, etico ed onorifico (se non anche in ambito giurisdizionale e politico).
   
     Il Papa, quindi, è sempre stato riconosciuto come elemento visibile di unità della Chiesa, Sposa di Cristo,       Abside della B asilica di S. Pietro, Cattedra del Bernini 
di cui egli è Vicario visibile in Terra.
                                                                                                  
 
    
    Sopra la cattedra stanno due angeli che sorreggono la tiara (emblema della triplice autorità del Papa: religioso, morale, e temporale) e le chiavi, (simbolo dell’autorità conferita da Cristo a Pietro - primo Papa - su tutta la Chiesa Universale)
    
 
 
 
    Dalla vetrata sovrastante è lo Spirito Santo che irrompe sulla cattedra a ricordare che il Papa, pur uomo, qualora parla ex cathedra e svolge io suo ruolo di Supremo capo e pastore della Ciesa Universale è infallibile perché ispirato dallo Spirito.
 
 
 
 
 
                Gloria dello Spirito Santo
            del Bernini, Basilica di S. Pietro


 
Festa liturgica della Cattedra di San Pietro.
 
    Il 22 febbraio, nell’Arcibasilica Patriarcale Maggiore di San Pietro in Vaticano la cattedra viene adornata da centinaia di Candele di cera vergine.
 
    La statua bronzea di San Pietro, nella navata centrale in prossimità del transetto di destra, solitamente spoglia e nuda, viene vestita solennemente con i paramenti sacri (stola e piviale rosso, colore del martirio di Pietro) e gli viene cinta la tiara, attributo papale per eccellenza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                                      Cattedra di S. Pietro parata a festa 
                                                                                                                                                                               per la Festa del 22 febbraio
 
 
 
                     Statua bronzea di San Pietro                                                             Stessa statua, parata solennemente per la festa 
                                                                                                                                                              della Cattedra di San Pietro
 
 Sull'infallibilità del Papa, Vescovo di Roma
 
    In tutti i secoli, è stato riconosciuta al Papa l’autorità di proclamare dogmi, e dichiarare principi in ambito morale, teologico, civile e giuridico. Ma solo in riferimento al campo morale, religioso e teologico egli è infallibile.
    La sua infallibilità ovviamente non può ritenersi totale e ricomprendere ogni discorso che il Papa pronuncia (errore che si è diffuso tra la gente ignorante).
    Il Papa è infallibile solo e qualora, al termine di attenti studi e serie decisioni, ispirato dallo Spirito Santo, pronuncia in forma solenne in quanto Vicario di Cristo, e secondo un particolare ed attento iter formale, alcune dottrine (rivelate) di fede o di morale o quando proclama dogmi di fede.
    Egli, quindi, quando egli parla ex cathedra (anche senza la presenza di un Concilio), ed esercita il «suo supremo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti i cristiani»,  «definisce una dottrina circa la fede e i costumi» quanto da lui stabilito sotto queste condizioni «vincola tutta la Chiesa».
    Tale infallibilità, salvo qualche teoria eretica contraria, è sempre stata riconosciuta al Sommo Pontefice ma solo durante
il Concilio Vaticano I è stato proclamato dogma di fede con      
 
l’approvazione delle Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus”                   Beato Giovanni XXII 
    (18.07.1870)                                                                                                                                     sulla Cattedra di S. Giovanni in Laterano
                                                                                                                                                                                           (Cattedrale di Roma)
 
 
    L’infallibilità è stata “usata” solo tre volte nel corso della Storia della Chiesa:
 
in campo teologico
prima volta: dal Beato Papa Pio IX per la proclamazione del dogma mariano dell’Immacolata Concezione «… affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli.» (Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1954)
 
 
Beato Pio IX proclama ex cathedra il dogma dell'Immacolata Concezione
 
 
seconda volta : dal Venerabile Papa Pio XII quando ha proclamato un secondo dogma di fede mariano dell’Assunzione in cielo, in anima e corpo della Beata V. Maria «pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l'immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Munificentissimus Deus, 1950).
                                                             
 
 
 
 
 
 
 
S. S. Pio XII proclama ex cathedra il dogma mariano dell'Assunzione della B. V. M.
 
                                               
                                                  
                                         
In ambito morale e bioetico
terza volta: da Giovanni Paolo II in tre punti dell’enciclica Evangelium Vitae (25.03.1995) circa il magistero ordinario e universale della Chiesa Cattolica riguardo l’altissimo valore della vita dal momento del suo primo
concepimento sino alla sua morte naturale.
Con l’utilizzo delle tipiche formule solenni proprie del Sommo Pontefice, ed l’alto tenore verbale diretto e solenne, tre sono i pronunciamenti infallibili, nei quali la Chiesa, per mezzo del Papa, impegna nel massimo grado la propria autorevolezza: contro l’omicidio « Pertanto, con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l'uccisione diretta e volontaria di un essere umano innocente è sempre gravemente 
                            immorale. Tale dottrina, fondata in quella legge non scritta che ogni uomo,
   Giovanni Paolo II        alla luce della ragione, trova nel proprio cuore (cfr. Rm 2, 14-15), è riaffermata
 
dalla Sacra Scrittura, trasmessa dalla Tradizione della Chiesa e insegnata dal Magistero ordinario e universale (cfr. Lumen Gentium, n. 25)»;
contro l’aborto «Di fronte a una simile unanimità nella tradizione dottrinale e disciplinare della Chiesa, Paolo VI ha potuto dichiarare che tale insegnamento non è mutato ed è immutabile (Humanae Vitae 14). Pertanto, con l'autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi — che a varie riprese hanno condannato l'aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo, hanno unanimemente consentito circa questa dottrina— dichiaro che l'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale (cfr. Lumen Gentium,  n. 25»;
e contro l’eutanasia «In conformità con il Magistero dei miei Predecessori e in comunione con i Vescovi della Chiesa cattolica, confermo che l'eutanasia è una grave violazione della Legge di Dio, in quanto uccisione deliberata moralmente inaccettabile di una persona umana. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale (cfr. Lumen Gentium, n.  25)»
 
    Curiosità
 
    Sin prima della riforma liturgica il Sommo Pontefice proclamava solennemente la Beatificazione e Canonizzazione dei Santi e i Dogmi, sedendo solennemente sulla Cattedra del Bernini in San Pietro.
 
 
                                                                                                                                                                                                                 stemma del Venerabile
    Le Chiavi nell’araldica.                                                                                                 Pio XII
 
    Le Chiavi sono sempre state sin dai primi secoli in cui si diffuse la pratica   dell’araldica per comunicare la famiglia, le funzioni, i ruoli, e l’autorità delle persone, dei funzionari e dei comandanti, nel blasone del Vescovo di Roma sono sempre state raffigurate le chiavi consegnate da Cristo a Pietro. «Una d’oro e l’altra d’argento, disposte a croce di S.Andrea, la prima a destra la seconda a sinistra, con le impugnature verso il basso, spesso legate da un nastro rosso, i congegni, foggiati a forma di croce, verso l’alto. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. Rappresentano la piena autorità del sommo pontefice di amministrare i tesori della Redenzione, meritati da Nostro Signore Gesù
Cristo, e di insegnare la sua dottrina con autorità, in memoria del potere soprannaturale
     Benedetto XVI    legare e sciogliere, conferito a Pietro ed ai suoi successori da Gesù Cristo. Le chiavi,
                           nell’araldica ecclesiastica, appaiono nel XIII secolo, poste in palo e addossate, con gli ingegni verso l’alto, a destra ed a sinistra. Dal XIV secolo, figureranno, invece, poste in decusse, sopra lo scudo e nel tempo, invece, addossate. Nella simbologia araldica la prima chiave, a destra, d’oro, allude al potere che si estende al regno dei cieli; la seconda, a sinistra, d’argento, simboleggia, invece, l’autorità spirituale del papato sulla terra».  (Grammatica di Araldica Ecclesiastica, di Giorgio Aldrighetti).
    
    Esse sono quindi presenti sia nello Stemma del Papa, sia della Santa Sede, sia dello Stato della Città del Vaticano, sia della Sede Vacante, sia delle Basilice (insieme all'ombrello giallo e rosso) e su tutti i documenti pontifici e della Santa Sede.
 
 
               
        I stemma papale                   Stemma della                      Bandiera della                  Stemma dello Stato          Stemma delle           Card. Bertone
          Innocenzo III                        Santa Sede                          Santa Sede                   Città del Vaticano                 Basiliche             Camerlengo Sede
                                                                                                                                       vacante

    Coro dell’inno
    Il riferimento all’istituzione del ministero petrino e alla sua funzione di Vicario di Cristo e di capo e guida della Chiesa è stato anche ripreso, come era ovvio, nell’Inno Pontificio e nelle Marce papali.
    Inoltre, proprio la promessa evangelica di N. S. G. C. a Pietro “Tu es Petrus” è stata musicata dai più grandi compositori, da ultimi anche Mons. Perosi e Mons. Frisina, ed è  solito essere suonato alle Udienze Papali, all’ingresso del Papa. (clicca qui)
 
    
    Motto dell'Osservatore Romano
    Uno dei due motti de L'Osservatore Romano è proprio la promessa dell'eterna vittoria della Chiesa su Satana e sul mondo: "Ne praevalebunt"  (Non prevvarranno!)


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