DOGMA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE
E' la solennità più alta e più preziosa di Colei che dei Santi è chiamata Regina. Non bisogna peraltro confonderla con l'altro dogma mariano sulla Verginità perpetua di Maria, prima, durante e dopo il concepimento di Gesù e il parto.
La solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine era già Festa della Madonna sin dal XI secolo, poichè la storia della devozione per Maria Immacolata è infatti molto antica. L'immacolatezza è cosa delicata e teologicamente più ardua ed aiuta a meditare non solo l'ineffabile bellezza dell'anima della Vergine Maria, ma anche sulla bellezza di ogni anima santificata dalla grazia redentrice di Nostro Signore Gesù Cristo.
Fu proclamata dogma di fede dal Beato Papa Pio IX nel 1854 per definire con solennità la dottrina mariologica per cui la Vergine è sine labe originali concepta, cioè concepita senza peccato originario perchè prescelta per essere degna di diventare la Madre di Gesù, la Madre di Dio. Dovendo Maria essere la Madre del Verbo Incarnato, Dio Padre persò a lei da tutta l'eternità ("dall'eternità fui stabilita, dalle origini, dai primordi della terra: non erano ancora gli abissi che io ero già concepita" Prov. 8, 22) e la volle creare pura, immacolata, in Lei incarnarsi in Gesù Cristo. (S. S. Benedetto XVI, Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 96) I PADRI DELLA CHIESA D'ORIENTE Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, utilizzavano espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale. Si rivolgevano a Maria Santissima, chiamandola: " Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non-avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ". Uno dei primi appellattivi della Vergine era infatti "Tutta Santa". (S. S. Giovanni Paolo II, Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 493)
PROBLEMATICA DOTTRINALE IN OCCIDENTE SULL'IMMACOLATEZZA.
In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù sul Cavario per mezzo della morte di Croce. Secondo i primi teologici, se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge del peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si poteva più dire universale. L'eccezione, in questo caso, non avrebbe confermato la regola, ma l'avrebbe distrutta.
RISOLUZIONE DEL PROBLEMA : FRA' DUNS SCOTO
Fu il francescano Beato Giovanni Duns (detto Scoto perché nativo della Scozia) (1265-1308) che con un dotto studio, riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile, ma convincente, distinzione. Secondo il Teologo, infatti, anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. Ciò conveniva, ed era possibile a Dio, e dunque avvenne. Per questa divina ispirazione che permise ai teologi e agli studiosi delle Sacre Scritture del tempo di intuire il mistero dell'Immacolata Concezione, Fra Giovanni Duns, fu chiamato il "Dottor Sottile", Giovanni Duns Scoto morì sui primi del '300 e dopo di lui la dottrina dell'Immacolata fece grandi progressi e la sua devozione si diffuse sempre di più.
STUDIO DELLE SACRE SCRITTURE SULL'IMMACOLATA CONCEZIONE
Per descrivere debitamente l'innocenza originale della Vergine dalla quale è nato Gesù, i Padri Teologi ricorsero alle parole dei Profeti ed esaltarono questa divina, santa Vergine, come una pura colomba, come la Santa Gerusalemme, come un eccelso trono di Dio, come un'arca della santificazione, come quella Regina straordinaria che, ricolma di delizie era carissima a Dio e mai fu contaminata da alcuna macchia di peccato. Siccome gli stessi Padri e gli scrittori ecclesiastici erano pienamente convinti che l'Angelo Gabriele, nel dare alla beatissima Vergine l'annuncio dell'altissima dignità di Madre di Dio, l'aveva chiamata, in nome di Dio stesso, piena di grazia, insegnarono che con questo singolare e solenne saluto, mai udito prima di allora, si proclamava che la Madre di Dio era la sede di tutte le grazie divine, era ornata di tutti i carismi dello Spirito Santo e che fosse stata priviligiate di essere preservata dal peccato. Solo Maria meritò di essere chiamata dalla cugina Elisabetta: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno". (Lc. 1, 41) I Padri inoltre formularono specifiche e stringenti argomentazioni per affermare che, parlando del peccato, non poteva coinvolgere la santa Vergine Maria, perché a Lei era stata elargita la grazia in misura superiore per vincere ogni specie di peccato. Asserirono quindi che la gloriosissima Vergine fu la riparatrice dei progenitori, Adamo ed Eva, la fonte della vita per gli uomini. Scelta e preparata dall'Altissimo da tutta l'eternità e da Lui preannunciata quando disse al serpente: «Porrò inimicizia fra te e la donna», schiacciò veramente la testa del serpente tentatore.(Gn 3,15). Sostennero dunque che la beatissima Vergine fu, per grazia, immune da ogni macchia di peccato ed esente da qualsivoglia contaminazione del corpo, dell'anima e della mente. Unita in un intimo rapporto con Dio, non fu mai preda del peccato e risultò degnissima dimora di Cristo, non per le qualità del corpo, ma per lo stato originale di grazia che le era stato preparato sin dalla creazione. Proclamarono che la carne della Vergine, derivata da Adamo, non ne contrasse le macchie, e che la beatissima Vergine fu quindi il tabernacolo creato da Dio stesso, formato dallo Spirito Santo. Fu a buon diritto esaltata come il primo vero capolavoro di Dio: sfuggita ai dardi infuocati del maligno, entrò nella storia e nel mondo, nella sua Concezione Immacolata, assolutamente estranea al peccato come l'aurora che spande tutt'intorno la sua luce. Non era infatti conveniente che la Madre di Dio fosse colpito dal comune disonore, perché assai diverso da tutti gli altri, di cui condivide la natura ma non la colpa. Al contrario era assolutamente conveniente che come l'Unigenito aveva in cielo un Padre, che i Cherubini esaltano tre volte santo, avesse sulla terra una Madre mai priva dello splendore della santità. Nel corso dei secoli, i Pastori della Chiesa hanno compreso e studiato come la dottrina dell'Immacolata Concezione della Vergine Madre di Dio fosse stata inserita nella Sacra Scrittura, fosse stata trasmessa dalle loro numerose e importantissime testimonianze, è stata manifestata e celebrata con tanti insigni monumenti del venerando tempo antico, e fosse stata proposta. Tale dottrina sarà poi confermata dal più alto e autorevole magistero della Chiesa.
SAN BERNARDINO DA SIENA, SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO Diffuso in Europa il culto della Vergine Immacolato e la dottrina teologica sul suo Concepimento senza peccato originario, dal 1476 la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. A diffondere il culto della Vergine, molti predicatori celebravano sulle piazze d'Italia, e tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra questi i due francescani, San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751) e San Bernardino da Siena (1380-1444) , che con la sua voce arguta e commossa diceva ai Senesi: «Or mi di’: che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio?».
CONCILIO DI TRENTO
Anche il Concilio Ecumenico di Trento, quando promulgò il decreto dogmatico sul peccato originale, nel quale, sulla scorta delle testimonianze della Sacra Scrittura, dei Santi Padri della Chiesa e dei più autorevoli Concili, stabiliva e definiva che tutti gli uomini nascono affetti dal peccato originale. Dichiarava tuttavia solennemente che non si poteva comprendere in quel decreto, e nell'ambito di una definizione così generale, la Beata ed Immacolata Vergine Maria Madre di Dio. Con tale dichiarazione infatti i Padri Tridentini indicavano con sufficiente chiarezza, tenendo conto della situazione del tempo, che la Beatissima Vergine fu esente dalla colpa originale. Indicarono perciò apertamente che dalle divine Scritture, dalla tradizione, dall'autorità dei Padri, niente poteva essere desunto che fosse in contrasto con questa prerogativa della Vergine
SAN PIO V , CLEMENTE XI
Molti Pontefici, avvalendosi della loro autorità Apostolica, istituivano nella Chiesa Romana la festa della Concezione con Ufficio e Messa proprii, per mezzo dei quali veniva affermato, con la massima chiarezza, il privilegio dell'immunità dalla macchia originale; e rafforzavano con ogni onore il culto già stabilito, sia con la concessione di Indulgenze, sia accordando alle città, alle province e ai regni la facoltà di scegliere come Patrona la Madre di Dio sotto il titolo dell'Immacolata Concezione, sia con l'approvazione di Confraternite, di Congregazioni e di Famiglie religiose, costituite per onorare l'Immacolata Concezione, sia con il tributare lodi alla pietà di coloro che avevano eretto monasteri, ospizi, altari e templi dedicati all'Immacolata Concezione. Una riforma decisica fu quella del Santo Padre S. Pio V che nel 1570 pubblicava il nuovo "Ufficio della Vergine". Un altro Pontefice devoto alla Madonn fu il Santo Padre Clemente XI che nel 1708 estendeva la Festa a tutta la Chiesa.
SANTA CATERINA LABOURE'
Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse una "medaglia miracolosa" con l'immagine dell'Immacolata, cioè della "concepita senza peccato". Questa medaglia incentivò e aumentò il culto e la venerazione della Vergine Madre di Dio, concepita senza peccato originale. Per questo i Vescovi, gli uomini di chiesa, gli Ordini regolari, gli stessi Imperatori e Re aumentarono chiesero, con insistenza, che la Sede Apostolica definisse l'Immacolata Concezione della Madre di Dio come dogma della fede cattolica. Queste richieste, avanzate sin da tempi più antichi, erano nuovamente ripetute in tempi, specialmente al Santo Padre Gregorio XVI, e sono state rivolte anche al Beato Pio IX, dai Vescovi, dal Clero secolare, da Famiglie religiose, da Sovrani e da popoli fedeli.
BEATO PIO IX E LA PROCLAMAZIONE DEL DOGMA MARIANO DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Così, dopo prudenti e dotti studi l'8 dicembre 1854, con la Bolla Ineffabilis Deus, il Santo Padre Beato Pio IX decise di proclamare la "donna vestita di sole" esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata: il dogma dell'immacolata Concezione. Fu un atto di grande fede e di estremo coraggio, che suscitò gioia tra i fedeli della Madonna, e indignazione tra i nemici del Cristianesimo, perché il dogma dell'Immacolata era una diretta smentita dei naturalisti e dei materialisti.
Si legge nella Bolla Ineffabilis Deus: « Dopo queste premesse, seguendo le prestigiose orme dei Nostri Predecessori, desiderando procedere nel rispetto delle norme canoniche, abbiamo tenuto un Concistoro, nel quale abbiamo parlato ai Nostri Venerabili Fratelli, Cardinali di Santa Romana Chiesa, e, con la più grande consolazione del Nostro animo, li abbiamo uditi rivolgerci l'insistente richiesta perché decidessimo di emanare la definizione dogmatica dell'Immacolata Concezione della Vergine Madre di Dio.
Essendo quindi fermamente convinti nel Signore che fossero maturati i tempi per definire l'Immacolata Concezione della santissima Vergine Maria Madre di Dio, che la Sacra Scrittura, la veneranda Tradizione, il costante sentimento della Chiesa, il singolare consenso dei Vescovi e dei fedeli, gli atti memorabili e le Costituzioni dei Nostri Predecessori mirabilmente illustrano e spiegano; dopo aver soppesato con cura ogni cosa e aver innalzato a Dio incessanti e fervide preghiere; ritenemmo che non si potesse più in alcun modo indugiare a ratificare e a definire, con il Nostro supremo giudizio, l'Immacolata Concezione della Vergine, e così soddisfare le sacrosante richieste del mondo cattolico, appagare la Nostra devozione verso la santissima Vergine e, nello stesso tempo, glorificare sempre più in Lei il suo Figlio Unigenito, il Signore Nostro Gesù Cristo, perché ogni tributo di onore reso alla Madre ridonda sul Figlio.
Perciò, dopo aver presentato senza interruzione, ... le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio, perché si degnasse di dirigere e di confermare la Nostra mente con la virtù dello Spirito Santo; dopo aver implorato l'assistenza dell'intera Corte celeste e dopo aver invocato ... lo Spirito Paraclito; per sua divina ispirazione, ad onore della santa ed indivisibile Trinità, a decoro ed ornamento della Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede cattolica e ad incremento della Religione cristiana, con l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli.
Se qualcuno dunque avrà la presunzione di pensare diversamente da quanto è stato da Noi definito (Dio non voglia!), sappia con certezza di aver pronunciato la propria condanna, di aver subito il naufragio nella fede, di essersi separato dall'unità della Chiesa, e, se avrà osato rendere pubblico, a parole o per iscritto o in qualunque altro modo, ciò che pensa, sappia di essere incorso, ipso facto, nelle pene comminate dal Diritto
Nessuno pertanto si permetta di violare il contenuto di questa Nostra dichiarazione, proclamazione e definizione, o abbia l'ardire temerario di avversarlo e di trasgredirlo. Se qualcuno, poi, osasse tentarlo, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio onnipotente e dei suoi beati Apostoli Pietro e Paolo.».
Dato a Roma, presso San Pietro, nell'anno dell'Incarnazione del Signore 1854, il giorno 8 dicembre, nell'anno nono del Nostro Pontificato.
S.S. Beato Pio IX, Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854.
DO GMA
Dio ineffabile, previde fin da tutta l'eternità la tristissima rovina dell'intero genere umano, che sarebbe derivata dal peccato di Adamo. Avendo quindi deciso, in un disegno misterioso nascosto dai secoli, di portare a compimento l'opera di salvezza, con un mistero ancora più profondo – l'incarnazione del Verbo – affinché l'uomo non andasse perduto, fin dall'inizio e prima dei secoli scelse e dispose che al Figlio suo Unigenito fosse assicurata una Madre dalla quale Egli, fatto carne, sarebbe nato nella felice pienezza dei tempi. La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale. Ed Egli circondò tale Madre di tanto amore, preferendola a tutte le creature, da compiacersi in Lei sola benedetta tra tutte le donne, con un atto di esclusiva benevolenza. Per questo, Dio Padre la ricolmò – assai più di tutti gli spiriti angelici e di tutti i santi – dell'abbondanza di tutti i doni celesti in modo tanto straordinario, e la preservò dall'eternità da ogni macchia di peccato originario. La Vergine Maria quindi restando tutta bella e perfetta, fu denga di essere la Madre del Salvatore, e mostrò quella perfezione di innocenza e di santità, seconda solo a Dio, e che nessuno, all'infuori di Dio, può comprendere. Dio Padre la preservò immacolata e dispose di incarnarsi in Lei e di generarse nel suo seno uguale a sé in purezza e perfezione suprema. Lo stesso Figlio la scelse per farne la sua vera Madre, e lo Spirito Santo volle e operò perché da Lei fosse concepito e generato Colui dal quale Egli stesso procede. La Vergine Immacolata, pura da ogni peccato, tutta santa è la Madre di Gesù, Madre del Salvatore, Madre di Dio.
LA "SIGNORA" DI LOURDES
Sembra che, tra il plauso di tutta la Chiesa, la stessa beata Vergine Maria abbia voluto, in maniera prodigiosa, confermare la sentenza pronunziata dal Vicario del suo divin Figlio in terra. Infatti non erano ancor trascorsi quattro anni, quando la santa Vergine, nelle vicinanze del paese di Lourdes situato ai piedi dei monti Pirenei, apparve nella grotta di Massabielle alla innocente fanciulla Bernardetta Soubirous: apparve con le sembianze di semplice ragazza, in aspetto giovanile e affabile, vestita di candido abito e candido mantello, cinta di una fascia azzurra. Quando la ragazza Le domandò con insistenza «Signora, chi siete?», la Vergine con soave sorriso rispose «Io sono l'Immacolata Concezione». (S. S. Pio XII, Fulgens corona ). Queste apparizioni di Lourdes apparvero quindi come una prodigiosa conferma e approvazione del dogma che aveva proclamato la Vergine "tutta bella", "piena di grazia" e priva di ogni macchia del peccato originale. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l'abbondanza di grazie che dal cuore dell'Immacolata piovvero sull'umanità mediante l'acqua miracolosa di Lourdes.
PIO XII e la COLONNA DELL'IMMACOLATA in ROMA
La colonna (alta m 11,81) venne inaugurata in data 8 settembre 1857 da Pio IX, come monumento commemorativo della proclamazione del dogma dell'Immacolata. Proviene dal Campo Marzio (nei pressi dell'omonimo monastero) dove venne scoperta nel 1777. La sistemazione fu dell'arch. Luigi Poletti, il quale le sovrappose una statua della Vergine Immacoalta con la corona delle 12 stelle e la mezza luna sotto i piedi, è in bronzo e la adornò alla base con un'alta griglia bronzea che ha funzione di rinforzo. Ai quattro lati dell'alto basamento stanno quattro statue di profeti Davide, Isaia, Ezechiele, Mosè. Si decise di collocarla nello slargo tra il palazzo di Propaganda e quello di Spagna, nella piena prospettiva della via del Babuino. L' 8 dicembre 1953, ad un secolo di distanza dalla proclamazione del dogma mariano, Pio XII, indicendo l'anno Maria con la Lettera Enciclica Fulgens corona, fu il primo Papa a recarsi per la prima volta ai piedi della statua della Beata Vergine Maria per rinnovare l'omaggio alla Statua e la preghiera di devozione, venerazione e affidamento della Chiesa e dei fedeli tutti alla Beata Vergine Immacolata. Da allora tutti i Papi hanno conservato questo atto di devozione, inviando ogni 8 dicembre, una corona di fiori da depositare ai piedi della statua. Fu Giovanni XXIII a recarsi di persona a offrire la corona di fiori. Questa pia venerazione alla Madonna, quindi, di recandosi annualmente, in occasione della Solennità dell'8 dicembre, in Piazza Mignalnelli a pregare ai piedi della Vergine fu da allora sempre conservata dai Papi successivi.
PIO XII e i FRATELLI SEPARATI ORTODOSSI Nella sua Lettera Enciclica di inzidione dell'Anno Mariano Fulgens corona il Santo Padre Pio XII rivolge un messaggio di auspicata unione se non altro spirituale con gli Ortodossi, che come i Cattolici venerano con devozione la Beata Vergine Maria, Panaghia (Tutta Santa): «Anche coloro che sono separati da Noi per l'antico scisma e che del resto Noi amiamo con animo paterno, li invitiamo a unirsi a queste comuni preghiere e a queste suppliche, poiché ben sappiamo che essi hanno in somma venerazione la grande Madre di Gesù Cristo e ne celebrano la concezione immacolata. La medesima beata vergine Maria riguardi tutti quei cristiani, congiunti almeno dai vincoli della carità, che rivolgono a lei supplichevoli gli occhi, gli animi, le preghiere, impetrando quella luce che illumina le menti di uno splendore soprannaturale, e chiedendo quella unità per la quale finalmente si faccia un solo ovile sotto un solo pastore (cf. Gv 10,16).».
Curiosità Aalla B. V. M. Immacolata è dedicata la decima delle 10 campande del campanile della Basilica di S. Siro (clicca qui)
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fonti: - Pietro Bargelli, I SANTI DEL GIORNO, Valecchi Editore. S. S. Beato Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854
S. S. Pio XII, Lettera Enciclica Fulgens Corona, 8 settembre 1953
S. S. Giovanni Paolo II, Catechismo della Chiesa Cattolica, 1997, nn 488 e ss.
S. S. Benedetto XVI, Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 2005, nn. 96 e ss.
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PREGHIERA DI S. BERNARDINO DA SIENA alla BEATA VERGINE MARIA Composta da DANTE ALIGHIERI - XXXIII canto del Paradiso (vv.1-21) -
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, Umile e alta più che creatura, Termine fisso d'etterno consiglio,
Tu sei colei che l'umana natura Nobilitasti sì che il tuo Fattore Non disdegnò di farsi tua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore Per lo cui caldo nell'eterna pace Così è germinato questo fiore.
Qui sei a noi meridiana face Di caritade, e giuso in fra i mortali, Sei di speranza fontana vivace.
Donna, sei tanto grande e tanto vali, Che qual vuol grazia ed a te non ricorre, Sua disianza vuol volar senz'ali.
La tua benignità non può soccorre A chi domanda, ma molte fiate Liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietade, In te magnificenza, in te s'aduna Quantunque in creatura è di bontade».
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Dalla devozione per l'Immacolata ottenne immediata diffusione, in Italia, il nome femminile di Concetta, in Spagna quello di Concepción, Coceiçao in Portogallo: un nome che ripete l'attributo più alto di Maria, "sine labe originali concepta", cioè concepita senza macchia di peccato, e, perciò, Immacolata.
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